Dottoressa Paola De Marco
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RESILIENZA, LA CAPACITA' DI GESTIRE LO STRESS

RESILIENZA, LA CAPACITA' DI GESTIRE LO STRESS

Con il termine “Resilienza” in psicologia s’intende  la capacità di far fronte a eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà. 

Le persone con un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e  a raggiungere i propri obiettivi. L’esposizione alle avversità sembra rafforzarle piuttosto che indebolirle. 
La resilienza, intesa come funzione psichica, si evolve nel tempo in rapporto all'esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al modificarsi dei meccanismi mentali che la sottendono.
A determinare un alto livello di resilienza contribuiscono diversi fattori, primo fra tutti la presenza all’interno come all’esterno della famiglia, di relazioni con persone premurose e solidali. Questo tipo di relazioni crea un clima di amore e di fiducia, e fornisce incoraggiamento e rassicurazione favorendo, così, l’accrescimento del livello di resilienza. Gli altri fattori coinvolti sono:

una visione positiva di sé ed una buona consapevolezza sia delle abilità possedute che dei punti di forza del proprio carattere;
la capacità di porsi traguardi realistici e di pianificare passi graduali per il loro raggiungimento;
adeguate capacità comunicative e di “problem solving”;
una buona capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni.
Avere un alto livello di resilienza non significa non sperimentare  le difficoltà o gli stress della vita ma essere disposti al cambiamento quando necessario; disposti a pensare di poter sbagliare, ma anche di poter correggere la rotta.
E’ un processo dinamico che comprende molteplici adattamenti in un contesto avverso e che protegge dai disturbi mentali.
Nei soggetti resilienti ci sono aumentate capacità top-down del circuito cerebrale delle emozioni .(Pagani).

I fattori che  espongono a una maggiore vulnerabilità agli eventi stressanti, diminuendo la resilienza, secondo Werner e Smith (1982) sono:
-emozionali (stato mentale, bassa autostima, scarso controllo emozionale);
-interpersonali (rifiuto dei pari, isolamento, chiusura), familiari (bassa classe sociale, conflitti, scarso legame con i genitori, disturbi nella comunicazione); 
-di sviluppo (ritardo mentale, disabilità nella lettura, deficit attentivi, incompetenza sociale).

Si aggiungono caratteristiche salienti del tratto di Resilienza:

1. L’Ottimismo.
La disposizione a cogliere il lato buono delle cose, è un’importantissima caratteristica umana che promuove il benessere individuale e preserva dal disagio e dalla sofferenza fisica e psicologica. Chi è ottimista tende a sminuire le difficoltà della vita e a mantenere più lucidità per trovare soluzioni ai problemi (Seligman, 1996).

2. L’autostima si accoppia all’ottimismo.
Avere una bassa considerazione di sé ed essere molto autocritici, infatti, conduce a una minore tolleranza delle critiche altrui, cui si associa una quota maggiore di dolore e amarezza, aumentando la possibilità di sviluppare sintomi depressivi.

3. La Robustezza psicologica (Hardiness).
Essa è a sua volta scomponibile in tre sotto-componenti,
a)- il controllo: (la convinzione di essere in grado di controllare l’ambiente circostante, mobilitando quelle risorse utili per affrontare le situazioni);
b)- l’impegno: (con la chiara definizione di obiettivi significativi che facilita una visione positiva di ciò che si affronta) e
c)- la sfida, che include la visione dei cambiamenti come incentivi e opportunità di crescita piuttosto che come minaccia alle proprie sicurezze.
d)- Le emozioni positive, ovvero il focalizzarsi su quello che si possiede invece che su ciò che ci manca.
e)- Il supporto sociale, definito come l’informazione, proveniente da altri, di essere oggetto di amore e di cure, di essere stimati e apprezzati. E’ importante sottolineare come la presenza di persone disponibili all’ascolto sia efficace poiché mobilita il racconto delle proprie sventure. Raccontare è liberarsi dal peso della sofferenza, e l’accoglienza gentile e senza rifiuti o condanne da parte degli altri segnerà il passaggio da un racconto tutto interiore, penoso e solitario (che può sfociare in forme di comunicazione delirante) alla condivisione partecipata dell’accaduto.

In definitiva, ciò che determina la qualità della resilienza è la qualità delle risorse personali e dei legami che si sono potuti creare prima e dopo l’evento traumatico. Parlare in termini di resilienza vuol dire modificare lo sguardo con cui si leggono i fenomeni e superare un processo di analisi lineare, di causa ed effetto.
Un soggetto sottoposto a stress continui viene obbligato, anche inconsapevolmente, a mettere in atto strategie di sopravvivenza fisica e/o psico-cognitiva, nonché emotiva-affettiva per fronteggiare le varie situazioni e per adattare il proprio organismo ad uno standard elicitante più elevato del suo livello ordinario.

La capacità di far emergere facoltà dalle difficoltà è il punto centrale della Resilienza.
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Paola De Marco © 2019  |  P.IVA 02964600270  |  Iscritta all'Albo degli Psicologi del Veneto n°2577
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